Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Un rappresentante di una ditta d’armi, pressato dalle crescenti esigenze economiche di moglie, figli e parenti vari, è costretto a fare giochi sempre più sporchi districandosi fra concorrenti e dittatorelli del terzo mondo, fino a rischiare la vita. Il film è troppo lungo e ripetitivo, oscilla fastidiosamente fra comico e drammatico, Sordi regista ha difetti innati e il suo gigionismo come interprete è ormai sopra il livello di guardia; però, almeno, questa volta dice cose sacrosante. Pur senza arrivare ad assolvere il suo personaggio, lo mostra come la semplice rotella di un ingranaggio perverso: senza rendersene conto è diventato a poco a poco solo una macchina per guadagnare soldi, fino a ritrovarsi estraneo nella propria famiglia. Finale vibrante, che fustiga la cattiva coscienza di una società che preferisce sempre voltarsi dall’altra parte.
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