Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Chi, come il giornale Film Tv, lo definisce "commedia" non ha capito il film e infatti gli assegna il giudizio "discreto" con le consuete sprezzanti accuse al Sordi gigione e moralista. La pellicola risale al 1974 epoca in cui il miracolo economico italiano aveva dato già sintomi di afflosciamento e da un lato assistevamo al proseguire della sfrenata corsa all'arricchimento facile ed al consumo voluttuario mentra dall'altro era sempre più sovrastante la lotta di ribellione studentesca e delle classi operaie che vedevano il posto di lavoro sempre più a rischio. Sordi ci mostra il ritratto di un uomo in gamba , ottimo venditore di armi usate ai paesi del terzo mondo , che riesce ad affrontare rischi e fatiche estreme pur di chiudere un contratto, ma che intimamente preferirebbe ritornare a vendere pacifiche pompe idrauliche in Italia; lui non ha conflitti morali, per lui le armi sono oggetti qualunque, che diventano portatrici di morte solo per decisione di chi le usa, ma quando assiste personalmente alla distruzione di un villaggio inizia ad avere qualche dubbio sul suo ruolo. Tuttavia ciò che lo trattiene dal lasciare un lavoro così ben remunerato è il benessere della moglie e dei tre figli che vivono a Milano nel lusso e nell'assoluta indifferenza per i suoi problemi.
E' un film lungimirante per l'epoca, riesce ad anticipare i tempi attuali in maniera impressionante, oggi che tutto il mondo occidentale per mantenere il proprio crasso benessere sfrutta spudoratamente le popolazioni del terzo mondo con , per di più, l'ipocrita facciata del volerle aiutare; e l'egoistico benessere occidentale è squisitamente rappresentato dai comportamenti della moglie e figli. Come tutte quelle di Sordi, la regia è decorosa e niente più; musiche affascinanti di Piero Piccioni, attori all'altezza. Ma non è proprio una "commedia".
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