Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Favoletta con personaggi e situazioni evidentemente pretestuosi per arrivare ad una monumentale morale perbenista finale. Anche se a Sordi non si può chiedere granchè di più, questa volta in fondo il lavoro è onesto nella sua schematicità, nel suo lineare svolgimento che, pur non distaccandosene mai completamente, per lo meno non sguazza negli stereotipi dell'italiano(/ota) medio. Va bene così, l'intento è pure nobile (ripudiare la guerra, ma anche il bestiale istinto fratricida insito nell'uomo) e ci si può accontentare senza sforzo. Sordi, come sempre nei suoi film, padre e padrone, unico protagonista al centro della scena. Non è comunque un dispiacere.
Un trafficante d'armi è sempre in giro per dittature di paesi del terzo mondo a smerciare i propri 'prodotti'. Affronta e sconfigge un potente rivale spagnolo, ma di fronte ai ribelli di un paese africano è costretto ad ammettere la propria ripugnante mancanza di morale. Ma come fare a mantenere nell'agio la propria famiglia? Tanto vale continuare il mestiere di 'trafficante di morte'.
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