Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
L’ostentazione di tante star (dodici per la precisione), di tanta bellezza, ricchezza di luoghi, anch’essi affascinanti: da Amsterdam, Roma, Parigi, alle ville sul Lago di Como.
Ocean's twelve punta sui personaggi, è un party all’aperto, non solo per George, caratterizzato semplicemente dall’esserci da parte degli attori. Anche se la loro stessa recitazione si regge tutta sulla destrutturazione, sulla sfaccettatura di tutto ciò che potrebbe solo somigliare ad una sceneggiatura. Dicono che si tratti del cinema del futuro… Infatti, il film non ha assolutamente una trama lineare: lo testimonia la notizia secondo la quale Sodeberg ha scritto e riscritto la sceneggiatura in quel di Amsterdam milioni di volte.
Questa volta agli undici di Danny Ocean si aggiunge Tess (Julia Roberts), la mogliettina di Ocean. Una sorta di coppia ‘scoppiata’, lontana un miglio da quella di Diabolik ed Eva, tanto che più che celebrare i successi del fascinoso Ocean, questo film è centrato sui suoi fallimenti. Infatti, la banda di ladri americani, sono ora bidonati dal ladro dei ladri europei (Vincent Cassel), poi incalzati da Terry Benedict (Andy Garcia), che qui torna adirato ed assetato di vendetta, per il furto subito nel primo film. Lui maltratta gli undici, intimando loro di pagare entro, e non oltre, quindici giorni quanto rubato nel primo episodio, per giunta maggiorato di lucrosi interessi. Questo dà l’occasione agli undici di partirsene per l’Europa, alla ricerca del colpo del secolo. E’ così che finiscono prima in Olanda, poi a Roma e a Parigi. La loro ‘mission’ si rivelerà sempre più ‘impossible’, a causa delle continue frenesie, a cui sta dando agio qualcuno, architettando un piano contro di loro.
Soderbergh, ancor più del primo episodio, sembra qui divertirsi alle spalle del pubblico e della critica, attraverso un western in cui si gioca la sfida fra il miglior americano contro il miglior europeo. Molti apparenti non sense, che poi si scoprono essere testi di una canzone dei Led Zeppelin, insieme ai double sense in cui Julia Roberts interpreta Tess e Bruce Willis, che nel ruolo di sé stesso cerca di capire se quella donna affascinante, che si spaccia per la famosa attrice, sia davvero la sua collega ed amica o una ladra imbrogliona, rappresentano i pezzi migliori del film.
Degna di menzione é la danza di Vincent Cassel per i corridoi della Galleria d'Arte moderna di Roma, tra frenetici fasci di laser.
Straordinaria, come in tutti i film di Soderbergh, la fotografia, ma anche la stessa regia con le sequenze lunghissime e le inquadrature mai scontate, ed un particolare buon gusto per il montaggio. Ocean’s twelve non è un film grandioso, ma non va perso, perché si tratta di puro divertimento (a differenza di tutti i ‘panettoni’ natalizi di cui si nutrirà il pubblico ‘natalino’ nei cinema, a partire dai prossimi giorni), sostenuto da un ritmo incalzante e da un registro da commedia brillante. Anzi, considerando che si tratta di un sequel…
Certo, a fomentare i momenti di divertimento, non poteva mancare la presenza tutta italiana di Ornella Vanoni, che canta “ho sbagliato tutto io lo so…”. Un altro non sense, che innalza Soderbergh al rango di artisti “demenziali” (come la ‘critica accreditata’ (da chi?!) sostiene), solo perché hanno scelto l’arte del divertire. Cosa non da poco nel Cinema odierno e, previsioni alla mano, del futuro…
Giancarlo Visitilli
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