Regia di Nino Pagot, Toni Pagot vedi scheda film
Sotto il pennello dei fratelli Pagot, la fantasia diventa una tenera e allegra forma di poesia. Le figure sono gocce di colore succose e polpose come frutti maturi, graziosamente vibranti di vita. I contorni instabili e imperfetti sottolineano la morbidezza dei pensieri infantili, mentre la festosità delle scene corali è, a tratti, un’esplosione di gioia, a tratti un turbine di spavento. Il film, suddiviso in episodi estremamente multiformi ed originali, segue il caleidoscopico percorso di un’avventura che si fa sogno attraverso l’arte, trasformando le emozioni in corsa, danza, acrobazia, in un raffinatissimo collage dinamico e straripante di idee. La carta dipinta resta comunque la protagonista, e la sua magia non è ancora quella tecnologica che vorrebbe cancellare la finzione truccandola da realtà tridimensionale: la fantastica illusione del disegno animato è quella che attribuisce un soffio vitale anche alle sagome piatte, tracciate su un foglio, con i loro connotati semplificati o esagerati, malleabili come la creta, elastici come la gomma, ma indistruttibili come l’acciaio. Uno sfrenato gusto del movimento e della composizione prevale sul principio della verosimiglianza, cercando la complessità nella ricchezza creativa piuttosto che nell’elaborata precisione della grafica. Nasce così la storia in technicolor de“I fratelli Dinamite”: un flusso travolgente che è come il fiume delle note di una sinfonia, a cui si sovrappone il concitato battito del cuore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta