Regia di Edmund Goulding vedi scheda film
Un melodramma anomalo, nel senso che affronta l'argomento in maniera diversa, con una sottotraccia che si fa critica verso una società che si affaccia solo in uno stile di vita che appaga i soli bisogni esteriori. Un discorso diverso per un mago del genere come Goulding, senza naturalmente scomporre troppo i punti fissi del genere; si nota benissimo la provenienza letteraria di Maugham, le sue atmosfere, anche se il tono è alle volte più leggero, ad opera di una sceneggiatura che tende a smussare la storia. Interessante l'impostazione di vita del protagonista, che anticipa non di poco quelli che saranno i punti di riferimenti di altre generazioni. Un cast discreto affronta benissimo tutto il film; il regista intervenne dopo che fu lasciato il set da George Cukor, che aveva dato una direzione diversa alla storia, in disaccordo con il produttore.
Una storia quasi classica, ma con punti che vanno oltre
Regia accurata ed in linena con il romanzo
Un ruolo discreto e maturo, che mantiene integro il suo fascino divistico
Una bellezza irrangiugibile, una belal crazione caratteriale che ricorda da lontano Bette Davis, ma presa con una leggerezza necessaria e non calcolata
Un ruolo drammatico per cui vinse l'Oscar
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