Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Paul Schrader, uno degli sceneggiatori più influenti del cinema americano degli anni Settanta (aveva già scritto i copioni di Yakuza e Taxi Driver), esordì dietro la macchina da presa con questo Tuta Blu (Blue Collar, 1978), da lui anche scritto insieme al fratello Leonard. E che esordio, verrebbe da dire! Il film è un pugno nello stomaco al mondo delle fabbriche e dei sindacati. I protagonisti sono tre operai, Zeke (Pryor), Jerry (Keitel) e Smokey (Kotto), molto amici tra di loro, i quali stanchi di subire le angherie della fabbrica e le indifferenze dei sindacati, decidono di rapinare proprio il fondo monetario di questi ultimi. Ma invece dei soldi, nella cassaforte troveranno dell’altro, roba molto più scottante e pericolosa. Schrader realizza un potente ritratto della classe operaia americana, un polemico atto d’accusa contro la corruzione e la malafede di un sindacato che non tutela affatto i lavoratori, ma li corrompe anche nell’animo (vedasi il tradimento di Zeke) e li mette gli uni contro gli altri. A suo modo, fa un film molto politico e in controtendenza, dato che il cinema americano raramente si è addentrato (tanto bene, poi) nel mondo operaio. E lo fa riuscendo a conciliare tematiche di impegno sociale con un ritmo da thriller notturno e appassionante. Grande colonna sonora, scandita dalle note martellanti (e perfettamente combacianti con i rumori della fabbrica) di “Hard Workin Men”, scritta da Jack Nitsche e Ry Cooder e cantata da Captain Beefheart.
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