Regia di Jon Turteltaub vedi scheda film
L’obiettivo dei protagonisti del film è quello di scovare un favoloso tesoro nascosto in qualche angolo degli Stati Uniti. Un tesoro che ha origini antiche e oscure e in cui si intrecciano, tra fatti accertati e invenzioni da seduta di sceneggiatura, la congrega dei Cavalieri Templari, la Massoneria, i Padri Fondatori , la Dichiarazione d’Indipendenza redatta da Benjamin Franklin e firmata il 4 luglio 1776. Sul retro di quel prezioso documento è nascosta la mappa per arrivare al luogo dove è custodito il tesoro. Bisogna rubare la Dichiarazione, decrittarne i segreti, combinare un reticolo di indizi e accedere all’ultimo livello, alla casella finale. È un intreccio stratificato come quello di alcuni videogame e di alcuni giochi strategici da tavolo che divertono e forniscono ai giocatori una messe consistente di informazioni storiche e geografiche (distinguendo quelle da enciclopedia da quelle di pura fantasia). Per Benjamin Franklin Gates (Cage), erede di una famiglia, sottostimata, che da sei generazioni setaccia indizi sul “national treasure” e raccoglie insuccessi, la soluzione del caso è un dilemma personale e genealogico. Ed è anche un’identificazione da gioco di ruolo: somigliare, nel coraggio di fare qualcosa di apparentemente illecito per realizzare qualcosa di giusto, ai padri della Patria. Partecipa, ovviamente, alla caccia al tesoro una banda di cattivi. Il ritmo è incalzante, i personaggi sono pure funzioni narrative (Bartha è una buona spalla), il montaggio non annoia, la musica è da emicrania.
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