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Film d'amore e d'anarchia

Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Film d'amore e d'anarchia

di axe
7 stelle

Negli anni '30, Antonio, contadino facente parte di una cellula anarchica, giunge a Roma per attuare un piano che prevede l'assassinio di Benito Mussolini. Il suo contatto nella capitale è Salomè - della quale si finge il cugino - una prostituta alloggiata in una casa di tolleranza non lontana dai "palazzi del potere". Il taciturno e dolente Antonio s'innamora della "Tripolina", una tra le più giovani delle donne nella casa, alla quale svela il suo piano; ella, ricambiando il sentimento e convinta che il tentativo d'assassinio si concluderebbe inevitabilmente con la morte dell'uomo, impedisce la realizzazione del piano. Ma per Antonio non c'è comunque salvezza. Lina Wertmuller racconta una vicenda umana e sentimentale dall'epilogo tragico, che ha al suo centro il personaggio di Antonio Soffiantini, detto "Tunin". Antonio è un contadino originario dell'Italia Settentrionale, simpatizzante del pensiero anarchico; non è, tuttavia, l'ideologia che lo spinge in una missione tanto pericolosa, bensì la ricerca di una vendetta per l'uccisione di un suo più anziano amico, anch'egli anarchico, ad opera dei carabinieri, nella comune località d'origine. Antonio, dunque, dapprima si reca a Parigi, successivamente a Roma, per prendere contatto con Salomè, attivista bolognese che partecipa all'operazione con l'intento di vendicare la morte del quindicenne Anteo Zamboni, linciato anni prima in conseguenza di un altro fallito attentato a Mussolini. Antonio non parla molto; il suo silenzio, inizialmente, può essere interpretato come un segno di forte sicurezza. In realtà è il contrario; benchè deciso ad andare fino in fondo, ha il terrore di sbagliare; di essere tradito dalla sua stessa mano, che teme incapace di vibrare il colpo mortale. Vive i giorni di amore con la giovanissima prostituta "Tripolina" come le ultime ore di un condannato a morte. E' questa ragazza, infine, a decidere per lui. Interessata esclusivamente a salvargli la vita, fa in modo che Antonio, rivelatosi dolce e fragile, perda l'occasione di sparare al Duce. Ottiene in ciò, dopo un duro confronto, la collaborazione della stessa Salomè. Antonio, alla notizia, letteralmente impazzisce, scagliandosi contro le due donne ed aprendo il fuoco contro una pattuglia di carabinieri giunta nella casa di tolleranza per un semplice controllo. Chiarito, di fronte alla polizia politica, il suo intento di attentare alla vita di Mussolini, Antonio viene eliminato senza clamore. Il contesto sociale dell'epoca è oggetto di dura critica da parte della regista; nonostante l'apparente consenso al regime, il popolo non è felice. Nella casa di tolleranza c'è sempre affollamento; uomini di tutte le età si recano lì per cercare spiragli di evasione e vita reale. Le strade cittadine sono però desolate, quasi deserte. Un facile terreno di conquista per personaggi come Giacinto Spatoletti, un tronfio fascista della prima ora, nostalgico di un improbabile "passato eroico", ridotto a torturatore per professione e molesto perdigiorno fuori dall'orario di lavoro. Le persone sopportano, pazienti ma non troppo. Il regime non può assumersi il rischio di pubblicità del dissenso legato ad un processo pubblico; questo è il motivo per il quale i dissidenti sono dichiarati folli e poi fatti sparire senza chiasso. E', altresì, oggetto di analisi l'ambiente della casa di tolleranza; benchè le prostitute svolgano una funzione sociale di rilievo, ad esse la dignità è negata. Tra loro, con amara auto-ironia, s'insultano. Parole pesanti giungono anche da Antonio, che non ha però il loro medesimo spirito. Perdendo il controllo di sè, nell'ultima parte del racconto, si chiede come abbia potuto fidarsi di tali "troie", rivelando l'adesione a preconcetti risalenti nel tempo e trasversali ad ogni pensiero, politico o sociale. Eppure, esse sono i personaggi più "umani". Spicca la giovanissima "Tripolina", la quale, nel momento in cui percepisce l'infatuazione per Antonio, gli chiede di essere violento con lei, affinchè le sue "pericolose" illusioni - circa una storia d'amore ed una vita normali - siano spazzate via. Ottime interpretazioni per Mariangela Melato - Salomè - e Giancarlo Giannini - Antonio. La "Tripolina" è impersonata da Lina Polito; Eros Pagni è lo sgradevole Giacinto, un toscano volgare e prepotente. La messa in scena alterna sequenze che mostrano la vivacità e l'allegria fittizia nella casa di tolleranza, con le sue chiassose ospiti e gli accenti di ogni parte d'Italia, a momenti di silenzio, o di dialogo dimesso. Le tonalità vanno dal grottesco al drammatico. Varia e d'effetto è la colonna sonora, ricca di brani popolari e motivi dell'epoca. Toccante film di Lina Wertmuller; racconta con efficacia la vicenda di Antonio, un povero e buon uomo, pur con i suoi difetti, coinvolto in una catena di eventi più grande di lui, in un momento storico che concede poco spazio all'esitazione, alla bontà, all'umanità.

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