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Lupin III: il castello di Cagliostro

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lupin III: il castello di Cagliostro

di zombi
10 stelle

sarà naif, sarà quello che si vuole, ma per me un classicone che quando non si ha particolarmente voglia di vedere qualcosa, è sempre un dischetto che metto nel dvd e che ri-ri-ri-ri-ri-ri-ri-riguardo stra-volentieri. legato ad un particolare istante della mia infanzia, visto in un giorno di primavera(son convinto a pasqua e quindi diciamo a pasqua)in una giornata ventosa e con le stesse nuvole care al cinema di miyazaki, questo film per me non verrà mai a noia. per fortuna la versione che ho io non è doppiata da del giudice(non me ne voglia, pace all'anima sua)che ho sempre trovato insopportabile anche nelle serie e anche da bambino. in una maxi rapina al casinò di montecarlo, lupin e jigen si accorgono che tutti i miliardi che hanno stipato nella fiat 500 gialla sono falsi. si recano quindi nel piccolo paese di caligostlo(così è scritto su alcuni giornali)dove ha sede la più grande organizzazione di falsari di tutto il mondo. tra l'altro il piccolo è in subbuglio perchè il conte è in procinto di sposare clarissa, per riunire così finalmente le due casate dopo secoli di divisione. il tratto morbido di miyazaki insieme alla solita cura che ha nel disegnare fondali e dettagli danno al film un senso vintage, proprio come se fosse un film girato nel 78. il piccolo casato incastrato tra le montagne e il mare è un potentissimo creatore di denaro falso, l'europa e il mondo intero lo sanno, ma non possono o non vogliono intervenire. per di più il conte, viene considerato un mezzo stregone e sicuramente è il capo di qualche società segreta massonica, grazie anche alla fama di raziatori che i suoi avi(e quelli di clarissa)hanno nella storia e il suo castello nel mezzo di un lago nasconde più di un segreto. la monarchia è senza un re da sette anni, da quando cioè il vecchio castello bruciò e con esso il proprietario e al momento c'è un governo transitorio, retto ovviamente dal conte, in attesa di sposarsi in pompa magna con la contessina clarissa per riportare il casato agli splendori del passato. anche lupin è legato a doppia mandata con i segreti del castello, avendo tentato in gioventù di penetrarne le mura e avendo miseramente fallito a causa della sua inesperienza. spinto dalla bramosia di rivincita nei confronti di chi lo ha buggerato nel colpo al casinò, si ritrova a fare i conti con un vecchio nemico, di cui aveva rimosso il ricordo. sceneggiato bene, l'avventura di lupin viene allo scoperto lentamente e a tutt'oggi nonostante sappia a menadito o quasi, cosa succede, lo aspetto con impazienza con un senso della meraviglia inalterato nel tempo. che poi il conte sia un villain quasi soprannaturale nella sua villania, lo ribadisce la morte orribile che se lo porta via prima che il famoso tesoro del castello venga allo scoperto sotto gli occhi incantati dello spettatore e di un sole che sorge dalle montagne scaldando una mattina che pare di sentire fresca fresca nelle ossa. i personaggi ci sono tutti. dal vecchio zazà, al samurai goemon alla mitica fujiko, non ancora margò, che qui è una splendida guerrigliera dalle forme abbondanti ma fortunatamente non oggetto sessuale per adolescenti arrazzati. insomma una meraviglia per gli occhi e per la mente.

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