Regia di Gianfranco De Bosio vedi scheda film
I racconti del Ruzante potevano essere scollacciati e sboccati, ma mai il cinema italiano era stato pronto ad accoglierli come all'inizio degli anni '70, per trasformarli nel giro di qualche anno di 'commedia erotica' in sbiadite favolette. Qui siamo ancora a metà strada: non c'è la Fenech ma c'è la Schiaffino; al posto di Banfi c'è Manfredi (che comunque negli anni '80 saprà prestarsi a produzioni altrettanto discutibili), ma in linea di massima il risultato lascia parecchio a desiderare. La volgarità non è poca (e quando è gratuita e fine a sè stessa è abbastanza disturbante) e la storia non è scespiriana. Si sopporta, ma se ne può fare anche a meno.
La Betìa è una contadina veneta che accetta di sposare un uomo che non potrà mai accontentarla sessualmente, conscia che comunque avrà sempre dalla sua l'amante Nelo. Che però è sposato: allora tanto vale andare a vivere in quattro, tutti assieme. Ma si aggrega anche qualcun altro...
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