Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Ancora una volta l’accoppiata Zemeckis-Hanks a sbancare il botteghino. Dopo “Forrest Gump” e “Cast Away”, anche il bellissimo “Polar Express” è un successo di pubblico al cinema ed in “cassetta”. Costato 150 milioni di dollari e girato in una tecnica tutta in 3D, il film narra la storia di un ragazzino americano nel classico periodo di crisi pre-adolescenziale in cui cominciano, o si concretizzano, i dubbi sull’esistenza di Babbo Natale. Tutti quelli che non credono, come anche il piccolo e povero Billy o la dolce ragazzina di colore, o ancora l’odioso saputello, si ritrovano in uno speciale treno che porta dritti al Polo Nord. Unico scopo: chiarire le idee a chi, come il protagonista, ha dubbi in tal senso. Chi si aggiudicherà il primo premio avrà il piacere di scegliere un regalo ed aggiudicarsi il primo dono, regalato da Babbo Natale in persona.
Inizialmente, all’impatto con la tecnica in 3D utilizzata da Zemeckis, si è presi da un totale sbandamento che si concretizza in un quesito: come mai disegni così verosimili? tanto vale far recitare Hanks e gli altri in carne ed ossa… Lentamente, però, la risposta a tale interrogativo prende piede: senza tale tecnica sarebbe stato impossibile mettere in scena alcune dinamiche principe del film: si vedono bambini rischiare di rimanere schiacciati da un tunnel ferroviario, vagabondi sul tetto di un vagone di treno, biglietti che prendono percorsi tutt’altro che casuali. È la magia del film che, attraverso il più famoso aforisma machiavellico, fornisce una stentorea risposta.
Il film è delicato e poetico, ma anche ricco di invenzioni, fantasia e al contempo profonde metafore. Insomma, il film più indicato per chi ancora non ha capito che Babbo Natale esiste.
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