Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Kammerspiel floscio e povero di idee, infiocchettato con ammiccamenti hitchcockiani e spruzzato di erotismo all'acqua di rose. Leconte gira con la consueta eleganza volteggiando negli interni con inconfondibile leggerezza, ma la sceneggiatura si smarrisce dopo la prima mezz'ora, incartandosi in risvolti noir palesemente forzati e generando personaggi malamente stereotipati. Una volta esaurita la trovata iniziale, il film gira spaventosamente a vuoto, sbandando nel citazionismo ("Rear Window", "Spellbound", "Vertigo") e precipitando nell'erotismo pudibondo. Convincente ma ruffiana, come al solito, la direzione degli attori, fotografia atmosferica di Eduardo Serra e musiche "à la" Bernard Herrmann di Pascal Estève.
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