Regia di Chazz Palminteri vedi scheda film
Ma questo film è una cosa seria o è una comica? Vediamo di mettere ordine. Durante la vigilia di Natale, la Sarandon è una frigida bacucca mollata dal marito che non ha niente da fare se non accudire la madre rimbambita in ospedale (ce l’avrebbe qualcosa da fare, nelle forme di un fusto molto più giovane di lei, ma nisba); incontra Robin Williams, un ex prete col quale passa la notte davanti a un televisore che manda in loop l’immagine di un caminetto, e che scoprirà essere l’anima del moribondo nella stanza attigua a quella della madre a cui lei una volta ha sussurrato «Ti voglio bene»; poi c’è la Cruz che è una vamp in procinto di sposarsi col bel poliziotto Paul Walker, ultrageloso fino alla paranoia, ed è per questo che tra loro si incrinano le cose; Walker, nel frattempo, resta scioccato quando un cameriere, Alan Arkin, lo avvicina dicendogli di essere attratto da lui perché è la reincarnazione della moglie morta; c’è anche un giovane che, per passare la vigilia in ospedale nella speranza di una calorosa festa che lo accolga, si fa rompere le mani (da un Palminteri cappellone). Finisce tutto tra violini e cori. Un amore sotto l’albero (che bel titolo, anche se pure l’originale non scherza) è il più incredibile, impressionante, arteriosclerotico, razzista, istituzionale, normativo, volgare pacco-dono da solaio del nuovo millennio. Da vedere per credere.
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