Regia di Richard Kelly vedi scheda film
Sicuramente un bel melting pot, Barbieri di Masterchef direbbe "un mappazzone". Ma è un mappazzone gustoso.
L'esordiente Richard Kelly (esordiente e sostanzialmente anche alla sua tumulazione cinematografica) raccoglie qui un diario delle ansietà e dei fremiti di un giovane problematico, inserendo il tutto in maniera insolita e imprevista in una prospettiva escatologico-fantascientifica. Quasi un Interstellar girato fra i banchi di scuola, se vogliamo. Donnie Darko (Jake Gyllenhaal) è un ragazzo fuori posto nel mondo. Non accetta l'inferiorità d'intelletto dei suoi coetanei, non tollera le banalità degli insegnanti, sbugiarda i precetti di un imbonitore sempre sorridente e mangiasoldi. Donnie vive in una sua propria realtà, distaccata ed esclusiva. Il tema delle realtà parallele è il fulcro pseudoscientifico su cui del resto si basa l'impalcatura del film. Donnie è anche un personaggio felicemente ambiguo: porta in sè il bene e il male. Allaga la scuola, ma grazie a questo gesto incontra per strada Gretchen e lì sul momento inizia la sua storia con lei. Incendia la casa dell'imbonitore, e così facendo scoperchia il vaso di Pandora della pedopornografia. Uccide l'investitore di Gretchen, che scopre essere il Frank che lo tediava nelle visioni, e comprende finalmente che cosa sia destinato a fare (salvare il mondo? salvare semplicemente Gretchen? questo non lo si sa e non lo si deve sapere negli intenti del regista, ma sicuramente l'assassinio di Frank serve ad aprire gli occhi al giovane). Donnie rappresenta la nebbia dell'adolescenza, la sensazione di vagabondare nel mondo senza uno scopo o una funzione, e non per mancanza di sicurezza in sè, ma per assenza di fiducia nel mondo stesso (da qui il motivo per cui è assurto a cult e simbolo di una generazione); e insieme rappresenta anche la speranza e il riconoscimento del senso dell'esistere, fuor da qualsiasi binario di predestinazione. Donnie porta dentro di sè la tragedia (la sua morte), ma anche la vita, quella di Gretchen o della razza umana, a seconda delle interpretazioni. E' Eros e Tanathos, distruzione e salvezza. Quel riso fuggevole eppure bellissimo e sincero, oltre ad aprire un oceano di teorie come il riso di Noodles, è un po' l'anello di congiunzione fra il lato teenage drama del film e quello escatologico-scientifico: in quel riso trova un approdo sicuro l'inquietudine adolescenziale di Donnie e simultaneamente si chiude la parentesi dell'universo tangente, sia esso stato un sogno o una realtà parallela dotata di vita propria ove il giovane ha trovato se stesso.
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