Regia di Richard Kelly vedi scheda film
Flussi direzionali di destini segnati. Mondi paralleli che rischiano di incrociarsi fatalmente. Fascinosa pellicola sulle dimensioni terrene e ultra(terrene?) che accalappia lo spettatore, lo trastulla in una centrifuga di pensieri e poi lo rimette li dove l’aveva trovato e tutto (sembra tornare) come prima. Ammetto di essere rimasta perplessa e che ho dovuto ricorrere alla lettura di una dettagliata spiegazione via internet e, devo dire che, dopo, non solo è sembrato tutto più chiaro ma anche più intenso. Se Richard Kelly sembra avere la mente allucinata, necessaria per un film tanto impressionante (mente poi mai più degnamente utilizzata), Jake Gyllenhaal ha lo sguardo tetro e perso, a tratti profondamente vuoto, di un ragazzo (non) schizzato ma piuttosto alienato, bravo come non l’ho mai visto, con una capacità espressiva elevata al quadrato, sarà stato lo stimolo di voler (inconsciamente) superare la sorella (vera e presunta) Maggie, che, seppur brava, scompare al cospetto del fratello che giganteggia. Una visione paranormale che lascia dentro qualcosa solo poi, forse, ma colma la mente. Bella la fotografia oscura e soprattutto la colonna sonora che raggiunge l’apice nell’epilogo che si volge sulle note di “Mad World” di Gary Jules, struggente come la vita di Donnie, acuto ragazzo di periferia che vuole comprendere l’incomprensibile.
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