Regia di Richard Kelly vedi scheda film
E' un film adolescenziale, ma non solo. E' una fiabetta, ma mostruosa. E' un lavoro probabilmente senza capo nè coda, ma che in fondo sta bene anche così. Perchè ciò che manca a Donnie Darko per fare il salto di qualità da filmetto per teen ager (superficiale) ad opera compiuta è essenzialmente l'analisi psicologica, che pure ripetutamente la trama tira in ballo. Ma la sceneggiatura, purtroppo, dimostra evidenti carenze in quanto a profondità dei personaggi - gli insegnanti, per sempio, sono stereotipatissimi (tonti ed antiquati), così come pure la vecchina inquietante è soltanto un fantoccio, un goffo simbolo, oppure il rapporto fra i genitori è descritto con rapidità e poca cura. Per essere, ad ogni modo, l'esordio di un 26enne (regista e sceneggiatore, va ricordato), non c'è male. C'è molto, molto Lynch nelle cupe atmosfere della provincia americana, piena di mostriciattoli (morali, più che altro) e presagi di sventure; cè d'altronde pure un affannato sovrapporsi di simboli e teorizzazioni (i viaggi nel tempo, il senso della vita, la manifestazione divina, il delirio e la schizofrenia) che non sempre vanno a segno e rimangono così sospesi a gravare sull'intera struttura narrativa. Gyllenhaal (Jake) lascia una buona impressione.
Un adolescente problematico colloquia nei suoi deliri con un coniglio deforme che gli impartisce ordini come allagare la scuola o dare fuoco alla casa di un insegnante. Lui si giustifica dicendo che non ne sa nulla, ma si confessa sotto ipnosi alla psicanalista.
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