Regia di Richard Kelly vedi scheda film
Un Giovane Holden in acido: non so in quale altro modo definire questo surreale e dolentissimo romanzo di formazione. "Donnie Darko" è un film bizzarro ed estremamente complesso, dalle atmosfere dilatate ed inquietanti chiaramente debitrici delle pellicole di David Lynch. Non è semplicissimo dipanare l'intricata matassa della malinconica vicenda del giovane schizofrenico Donnie, delle sue allucinazioni e dei suoi tentativi di viaggiare nel tempo per scongiurare la "fine del mondo". Il film di Richard Kelly è fin troppo pretenzioso e sicuramente non riesce a gestire tutte le sottotrame e i molteplici filoni narrativi, però può risultare decisamente conturbante e a tratti persino toccante. Il problema vero del film, semmai, è il fatto che è talmente contorto da risultare spesso un po' artificiale e artificioso e alla fine non possiamo fare a meno di chiederci se abbiamo assistito ad un capolavoro o solo ad una abilissima presa per i fondelli. "Donnie Darko", a quanto pare, è diventato una sorta di cult-movie per una generazione di adolescenti inquieti e problematici: la cosa è assolutamente comprensibile vista la forte componente emotiva ed emozionale del film, ma francamente mi chiedo in quanti abbiano DAVVERO capito questa strana pellicola. Per quanto riguarda gli attori, Jake Gyllenhaal è strepitoso nel ruolo del giovane protagonista, ma anche tutto il resto del cast se la cava davvero bene. Bizzarra la colonna sonora, che alterna SPLENDIDI brani anni '80 ad insostenibili ed interminabili nenie originali. In definitiva, un film interessante, a tratti affascinante, sicuramente NON per tutti i gusti e fondamentalmente irrisolto: voto sufficiente.
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