Regia di Richard Kelly vedi scheda film
La domanda che sorge spontanea alla visione di questo film è se è più schizofrenico il protagonista, la gente della sua comunità che rappresenta la parte normale, o chi ha definito il film "uno dei migliori cento della storia del cinema". Ci sono dei meriti oggettivi, la storia di Donnie e del suo coniglio Frank che gli annuncia la fine del mondo è curiosa e sospesa da una regia molto personale che ne dilata le tensioni e le attese. L'interpretazione di tutti i personaggi è sicuramente più convincente che in qualsiasi teen-movie. La provincia americana bigotta e conservatrice è comunque quella che abbiamo imparato a conoscere da tanti altri film anche se la storia ambientata a fine anni '80 è rafforzata da elementi nostalgici (come la colonna sonora, gli abiti) e politici (essendo la vigilia dello scontro elettorale tra Bush senior e Dukakis). Il film è quindi essenzialmente buono, la presenza del coniglione viola idubbiamente è inquietante, lo scorcio del futuro come elemento disturbante e minaccioso è una chiara metafora dei disagi e delle sempre più grandi incertezze che i teen ager incontrano nel loro cammino verso l'età adulta. Gli amori , gli scontri con i bulli, l'incomprensione con le famiglie il tutto sublimato nel costume grottesco/terrorizzante di un coniglio. Facile che sia diventato un cult, facile avere uno spettro che deresposabilizza e indica che cosa fare, come e con chi. Ha giovato all'aura "maledetta" del film la quasi contemporanea tragedia dell'11/09/2001 che ne ha esaltato gli aspetti profetici e apocalittici. Il finale non consolatorio è giusto e necessario. E ci salva da un eventuale Donnie Darko 2. Resta comunque un film da vedere.
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