Regia di Eros Puglielli vedi scheda film
Le vie dell'horror spagnola e italiana si incrociano ancora una volta in questa pellicola firmata da Eros Puglielli e basata su un romanzo di Luca Di Fulvio, giallista noto per le sue storie a tinte sanguinolente. L'operazione che porta a Occhi di Cristallo è sicuramente ambiziosa, come tradiscono le ambientazioni curate e un'atmosfera ben costruita che riesce ad intrigare lo spettatore. Purtroppo però non può dirsi del tutto riuscita.
Difetta infatti pesantemente la sceneggiatura che appare lacunosa e a volte anche un po' raffazzonata, forse anche perché la base di partenza non è delle migliori (almeno a giudizio di chi ha avuto modo di leggere il romanzo L'impagliatore su cui si basa questo film).
Peccato perché a parere di chi scrive questa pellicola rappresenta un bell'omaggio al miglior Dario Argento, quello di Profondo Rosso, maestro indiscusso del giallo-horror all'italiana.
Guardando le immagini del film, la tagliente fotografia, le ambientazioni, l'aria malsana che si respira ad ogni fotogramma la mente non può non gettare un ponte di collegamento con le migliori opere del regista romano. Più che di imitazione, come qualcuno ha parlato, io propenderei per definirlo un tributo sincero, dato che i richiami alle atmosfere delle miglior pellicole della produzione argentiana sono troppo evidenti per non essere voluti.
Per tale motivo non mi sento di stroncare il lavoro di Puglielli, cui riconosco un buon impegno, non supportato purtroppo né, come già detto sopra, da una sceneggiatura all'altezza, né, aggiungo da un cast adeguato alle ambizioni.
Se la recitazione di Luigi Lo Cascio va apprezzata per le indiscutibili capacità attoriali che questo bravo interprete ha peraltro saputo rendere in ogni pellicola in cui è stato coinvolto (anche se in questo caso l'ho trovato talvolta un po' forzato, dandomi l'idea che si sia trovato a vestire i panni di un personaggio a lui non del tutto congegnale), purtroppo mi trovo invece (tanto per cambiare) a criticare il cast di parte spagnola, la cui abilità recitativa lascia alquanto a desiderare. Soprattutto ho trovato inadeguata Lucia Jimenez, eccessivamente statica e portatrice di una recitazione di maniera.
Una pellicola comunque dignitosa non fosse altro per l'impegno del regista a riproporre le atmosfere dei polizieschi a tinte horror del cinema nostrano di quarant'anni fa, ma francamente non oltre una (risicata) sufficienza di stima.
In una imprecisata città (forse italiana, ma non è chiaro) l'Ispettore Amaldi si trova implicato nella caccia serrata ad un efferato serial killer. Le indagini lo porteranno a scavare nel proprio passato e a scontrarsi con i fantasmi del proprio inconscio.
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