Regia di Larry Cohen vedi scheda film
Si vede che Cohen è un professionista con i fiocchi ed infatti confeziona un film che, pur con qualche difetto tipico dei film con al centro un personaggio principale nel quale lo spettatore si deve identificare (poco importa che sia bianco o nero) ha un ritmo notevole, è credibile e compatto, non sconta le ristrettezze di budget come altri prodotti del genere ed infine, cosa non certo frequentissima, è ben recitato. "Black Caesar" (che nel titolo italiano cerca spudoratamente di sfruttare il grande successo del "Padrino" di Coppola, uscito l'anno prima) pigia il pedale della violenza in maniera più forte di quello del sesso rispetto ad altri film del genere blaxploitation (c'è un'unica scena di sesso, verso la fine) e mostra un modello sbagliato di scalata al successo: in questo senso il film è molto moralistico, di un moralismo che si ispira in parte alle tragedie greche (i rapporti irrisolti con il padre e con la madre, quelli con il fratello, un prete imbroglione che si rivela un povero mentecatto) in parte a quelle elisabettiane con il sanguinoso sterminio finale, che coinvolge il protagonista (che evidentemente non muore, dato che l'anno successivo Williamson interpretò lo stesso personaggio nel seguito di "Black Caesar": evidentemente "Il padrino" fece scuola anche per questo), oltretutto deriso e derubato dai ragazzi del quartiere nero. Il Cesare nero, infatti, non è più uno della sua gente: troppo bianco per i neri - fin dall'inizio si veste come un bianco, con panciotto e bombetta, va a vivere in un quartiere bianco come un bianco - ma pur sempre un nero per essere accettato dai potenti bianchi.
Modellato sul Piccolo Cesare interpretato da Edward G. Robinson, il "Cesare nero" di questo film, diretto dal bianco Larry Cohen, è un ex lustrascarpe mandato in riformatorio dal poliziotto corrotto McKinney e, quando esce, ha ambizioni di diventare il capo dei quartieri neri di New York. Impadronitosi di alcuni libri contabili che registrano le mazzette pagate ai notabili della città, Tommy scala il potere senza guardare in faccia nessuno e senza tirarsi indietro quando c'è da premere il grilletto, ma, come spesso è capitato ai potenti il loro punto debole è proprio chi è loro più vicino: la famiglia, la donna amata.
Fred Williamson presta la propria faccia a un personaggio credibile, prima assetato di potere e poi impaurito (gira circondato da numerose guardie del corpo armate) per la conservazione di esso, prima altero e sicuro di sé stesso, alla fine smarrito e braccato, dopo il tradimento della propria donna e del migliore amico.
Il regista Larry Cohen, ben coadiuvato da un'ottima fotografia e dalla colonna sonora tutta scatti di James Brown, ha girato con "Black Caesar" uno dei suoi film migliori, e uno dei migliori esempi di blaxploitation.
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