Regia di Rowland V. Lee vedi scheda film
Quando si dice che i sequel sono inferiori agli originali forse non si pensa a questo "Son of Frankenstein". Un cast all stars sia per il genere che per l'epoca: con Boris Karloff per l'ultima volta nel ruolo della creatura; il mitico e insostituibile Bela Lugosi nel ruolo dello storpio e meschino Ygor, un villain con i controcoglioni; un'eccezionale Lionel Atwill in una delle sue performance più conosciute; e il protagonista, Basil Rathbone, nei panni del figlio di Frankenstein, con un'efficace interpretazione al limite del paranoico, elegante ma pieno zeppo di dualistici dubbi morali. Per non parlare dello stile gotico davvero fascinoso e del chiaro riferimento all'espressionismo tedesco grazie al quale le forme, le ombre e le luci, gli interni e gli esterni sono calibrati in relazione a personaggi e a situazioni varie. In più è un film perfetto nei dialoghi, nei tempi, nei ritmi e soprattutto nella conduzione dei tanti personaggi/attori che non si pestano tra di loro in gare da primedonne. L'esperimento di riunire tanti volti cari al genere trova nell'esempio diretto da Rowland V. Lee il punto massimo e ancora oggi ineguagliabile.
L'introspezione intima dei due film diretti da James Whale diventa con "Il Figlio di Frankenstein" perfezione narrativa e immaginaria.
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