Regia di Alejandro Agresti vedi scheda film
Una donna parte da Buenos Aires verso il Sud, insieme alle due figlie, per incontrare il marito che credeva morto venti anni prima. Giunti a destinazione, l’uomo (che ha qualcosa di oscuro nel passato) si mostra ostile e indifferente, facendo finta di non conoscere la moglie. Ma la donna non si dà per vinta. Intanto, intorno, facciamo la conoscenza di figurine e vicende laterali. Agresti è ormai un campione dell’accademismo da festival. Quest’ultimo suo lavoro, presentato alla Mostra di Venezia (sezione Orizzonti), è appena migliore dell’ultimo leziosissimo Valentin, ma rimane superficiale ed evasivo nel suo rapporto col presente, e alla fine di inesorabile noia. Pieno di trucchetti, con un uso superficiale dei paesaggi, il film rende solo raramente qualche atmosfera più consistente, specie grazie all’apporti degli attori (su tutti la protagonista Monica Galan). Fastidioso come sempre il doppiaggio, in particolare dei bambini. Per farci un’idea migliore del cinema argentino, si spera invece che al più presto arrivi in Italia Los muertos di Lisandro Alonso, visto agli ultimi festival di Cannes e Torino.
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