Regia di Brad Anderson vedi scheda film
Alla ricerca, in un piovoso venerdì sera, di un thriller psicologico che mi potesse attanagliare la mente, sono incappata nel famoso film in oggetto, con protagonista il trasformista Christian Bale. Allo spettatore viene subito o quasi presentata la grave situazione psicologica in cui verte Trevor: insonne da un anno e oggetto di evidente instabilità mentale. Poi, con il dispiegarsi della trama, tutto appare via via sempre più chiaro fin quando il finale, anch'esso prevedibile o quantomeno arrivabile, si svolge davanti agli occhi compassionevoli di chi guarda. Laddove nulla è come sembra, il lavoro di Brad Anderson, di certo il suo più riuscito, non è assolutamente banale pur utilizzando un metodo di racconto non innovativo. Inoltre, l'eccellente performance di Bale consente una maggiore comprensione della psicologia del personaggio consentendo a chi guarda, quasi di percepirne i sentimenti. La fotografia è totalmente scura, per l'intera durata della pellicola, con qualche luce che ha la meglio sulle ombre solo quando compare il “senso di colpa” e alla fine quando, grazie alla liberazione dell'anima espiatrice, Trevor conquista la pace e il sonno. Forse l'avrei preferito più introspettivo, meno razionale o almeno più emozionale.
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