Regia di Brad Anderson vedi scheda film
Sorprendente Christian Bale. Visto diversi anni fa in "Piccole Donne", e poi nel notevole "American Psycho" mi sarei sempre aspettato di tutto da un attore a cui avevo sempre fatto l'occhiolino, ma credevo che sarebbe poi finito tra i tanti grandi che però non son diventati tali, nonostante l'eviente freschezza recitativa, come Scott Baio e Jerry O'Connell. Invece, il Bale-Batman di Nolan è riuscito a dire di sè molto di quello che avrà da dire in futuro. Un personaggio monomaniacale, avvolto dallo sterile paesaggio e dagli sterili interni di ogni suo dove (mentale e fisico), è il Caronte che ci porta al di là della ragionevole consapevolezza: chi siamo? Il finale lo si può intuire, ma non ti viene sbattuto in faccia come se fosse un colpo di scena, ma piuttosto come un naturalissimo prologo. La mano del regista si vede bene, e gli attori pure. Anche quel Michael Ironside tanto caro agli action-tv di bassa fattura ha qui i suoi 15 minuti di gloria autoriale con un personaggio rapido e veloce, ma che nella sola scena del garahe ti sa strappare un sorriso di soddisfazione.
Gli occhi, comunque, sono tutti per il trasformato Bale che con quegli occhioni ti vien voglia di stringerlo forte per tenerezza...non tanto forte o si romperebbe in mille pezzi. Sa trascinarti nel suo incubo, tra l'altro ben sceneggiato e sincero nella sua, a volte, prevedibilità (anche se non è poi troppo prevedibile). Esci dalla sala come se uscissi da un grosso banco di nebbia. Non tutto ti è ancora ben chiaro. Ma l'unica cosa che porti a casa con chiarezza è un sorriso per quei grossi occhioni appiccicati a quello scheletro da Oscar che è stato Christian Bale in questa pellicola di produzione spagnola (e va detto).
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