Regia di Enki Bilal vedi scheda film
Il film è tratto, per quanto mi riguarda, dagli sconosciuti fumetti dell'altrettanto sconosciuto Enki Bilal, "La foire aux immortels" e "La femme pige". È stata la copertina che mi ha conquistato immediatamente, invogliandomi all'acquisto al negozietto dell'usato vicino casa. Immortal ad Vitam è un film strambo, completamente "digitalizzato" in computer grafica sontuosa ma non priva di difetti.. Il fatto che il regista abbia preferito mettere sotto contratto solo pochi attori principali nella sua stravolgente produzione. Scegliendo la tecnica dispendiosa di realizzazzione CGI per rendere gli altri protagonisti virtuali in una forma visiva alternativa, forse voluta, ma che stona non poco se messa a confronto con i veri attori, la dice lunga su il personalissimo senso estetico di quest'uomo. Anche se, a giudicare dalla natura di molti personaggi, va preso in esame la componente fumettistica dell'opera originaria, sicuramente ben poco adattabile ad una soluzione registica convenzionale. Una sorta di "Chi ha incastrato Roger Rabbit" in salsa fantascientifica distopica per intenderci. Ho scritto stravolgente produzione perché le pecche, di una storia all'apparenza inconcludente, si abbinano perfettamente all'assurda originalità di una sceneggiatura mai banale. Il dio egizio testa di falco Horus, privato dell'immortalità dai sui coetanei cerca riscatto e vendetta sul pianeta terra. Approfittando della momentanea permanenza della piramide divina, e del sesto senso che gli consente di individuare l'essere dal potere unico.. Vola sulla New York dittatoriale del 2095 alla ricerca della salvezza..
La città è abitata da una multiforme comunità in cui vivono umani e mutanti.
Jill Bioskop (Linda Hardy), fulgida ragazza dai capelli blu è comparsa misteriosamente nella zona di intrusione di Central Park, donna dai misteriosi poteri, verrà ben presto presa in custodia dalla dottoressa Elma Turner (Charlotte Rampling). Horus dovrà incarnarsi in un corpo umano, Alcide Nikopol (Thomas Kretschmann), un sovversivo prigioniero politico del passato, ibernato in una capsula di contenimento accidentalmente sganciatasi dalle altre..
Pellicola decisamente particolare e anticonformista che mi ha lasciato però un pò di amaro in bocca.. Piccolo cruccio, perchè è ovvio dedurre che un buon libro non si giudica dalla copertina. In definitiva un film non per tutti. Inevitabilmente soggettivo e divisivo, un film appassionante perché il regista conduce l'opera in una dimensione inusuale, divergendo dai soliti canoni e quindi portando una bella ventata d'aria fresca a un cinema sempre più addomesticato. Molto convincenti gli attori veri.
6/10
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