Regia di Paul Anderson vedi scheda film
Dopo Freddy e Jason, altri due notissimi marchi si fronteggiano e combattono. E come per il film di Ronny Yu, anche qui potremmo bellamente perderci in alcuni discorsi per così dire “aziendali”. Come blockbuster di puro intrattenimento, comunque, Alien vs. Predator funziona. Anderson non è mai stato uno stupido (oddio, meglio lasciar perdere Mortal Kombat): sa mettere mano al genere, conosce il ritmo, adopera uno sguardo in grado di sfondare i limiti e aprirsi a universi più grossi o comunque inaspettati (il finale da scontro di titani sembra arrivare dritto da un kaiju eiga di Godzilla o Gamera, compreso perfino il gigantismo fanciullesco). Sarà che col mettere di fronte due colossi come Alien e Predator, che restano tra le creature più fascinose di tutti i tempi, viene facile creare spettacolo. Però ci vuole pur sempre qualcuno che sappia tenere a bada la goffaggine e il ridicolo. Sull’assunto in sé, di lotta primigenia tra le due forme mostruose, in mezzo a sacrifici umani e desideri di predominio, lasciamo la sorpresa allo spettatore. Raoul Bova (cui il doppiaggio italiano toglie un paio di battute “caratteristiche”) fa parte di una spedizione di archeologi in una piramide nei ghiacci dell’Antartide, ed è lì che la battaglia ha inizio. Strepitosi i trucchi. Una cosa: i ragni giganti che si attaccano alla faccia e ti ingravidano, fanno ancora un bel ribrezzo.
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