Regia di José Giovanni vedi scheda film
Un diciasettenne figlio di un facoltoso industriale uccide sotto i fumi della droga un poliziotto. Un omicidio involontario e accidentale che getta in cattiva luce il padre Jacques Batkin di origine polacca e con un passato malavitoso ormai dimenticato e risolto. La fragilità del figlio, un galeotto ex compagno di galera del padre, l’integrità morale della vedova Grimaldi (il poliziotto ucciso) e le difficoltose vie legali “costringono” Batkin a tornare ai vecchi metodi.
COMME UN BOOMERANG è il titolo originale e migliore dell’italiota IL FIGLIO DEL GANGSTER. Alain Delon soggettista e sceneggiatore interpreta un personaggio realizzato e riscattatosi da un passato ingombrante di cui abbiamo già sottolineato l’entità. Come un boomerang, ad un certo punto, su Delon si abbattono una serie di sventure, egli sveste la maschera impassibile e si cala nei panni del giustiziere, senza staccarsi mai dal ruolo di padre ferito. Ecco che José Giovanni interviene sia in sceneggiatura che nella regia per smorzare il moralismo reazionario di Jacques personaggio e di Alain uomo e scrittore in questo caso. Meglio ancora, Giovanni incanala e conduce certe asperità verso la tenerezza del rapporto padre-figlio e il finale commovente è un compromesso tra i due. Durante il film affiorano schematismi quasi fastidiosi: il giudice istruttore programmaticamente contro il capitalista francopolacco, mentre le forze dell’ordine sono un misto di dovere, pregiudizi e giustizialismo senza tanti convenevoli (un tratto di criticità caratteristico della cifra dell’autore de LO ZINGARO). Non tra i migliori risultati della coppia Delon-Giovanni ma ancora dignitoso e spendibile.
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