Regia di José Giovanni vedi scheda film
Una regia serena, morbida, discreta, tratteggia un noir tramutato in un accorato acquerello di lacrime, sogni e paure, intorno a un padre che si credeva guarito dalla delinquenza, ed un figlio che si scopre, improvvisamente, erede di un destino criminale. Il loro strenuo tentativo di fuga assomiglia ad una comune lotta contro la stessa malattia mortale, che non smette di inseguirli. Basta un lampo di luce in una serata di sballo, un istante di accecamento e di abbandono perché la confortante patina del benessere si infranga, ed il ragazzo, allevato alla maniera dell’alta borghesia, manifesti la sua innata tendenza a farsi scudo con le armi. Egli così si accorge di essere clandestino in un regno dorato, però artefatto, costruito ad hoc per lui, come una favola salvifica, che lo ammanta di ricchezza e buoni sentimenti, mentre nelle sue vene scorre, in realtà, il sangue del malavitoso. Finire in carcere, ed apprendere dagli altri detenuti che suo padre è stato un gangster significa per lui prendere coscienza della sua vera natura: è un momento di rivelazione, traumatico ma liberatorio, come quello provato da un figlio adottivo quando incontra per la prima volta i suoi genitori biologici. Essere ed agire come il padre è, allora, per il giovane, una sorta di debito carnale; e per l’uomo, viceversa, salvare il figlio è un modo per cercare di negare il carattere ineluttabile e “genetico” delle sue colpe. Questo gioco di specchi si traduce in una complicità tra simili, che la disperazione trasforma in un indissolubile gemellaggio d’anime: un sodalizio di fortissimo amore che, però, nasce sul terreno sbagliato ed è come l’inutile, tragico abbraccio tra due corpi che stanno cadendo nel vuoto. Comme un boomerang non è solo il dramma del passato che non si può cancellare, e dell’impossibilità di cambiare e diventare migliori; è, anche e soprattutto, la dimostrazione che, se la solitudine può fare male, molto più devastanti e inarrestabili sono, talvolta, gli effetti di un’unione esclusiva, che fonde due menti e due cuori nell’assurda chimera di potersi opporre al volere del mondo.
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