Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
L'esordio nel cinema, 28enne, di Abel Ferrara è nel segno di Scorsese: il giustiziere della notte (così distante, se non opposto sul piano morale, al Charles Bronson di Michael Winner, 1974) ha un'idea molto personale e discutibile per 'ripulire' la metropoli, frutto di una profonda crisi di nervi. Ma non è Taxi driver, è piuttosto una caricatura del film di Scorsese realizzata con pochissimi mezzi e tanta buona volontà. Che non sempre può bastare: ad esempio perchè la trama (una sceneggiatura scritta da Nicholas St. John, amico e a lungo collaboratore del regista) è parecchio esile e scritta in perenne funzione del protagonista. Il che significa che i personaggi che gli ruotano attorno hanno poca importanza nella storia e scarsa caratterizzazione, ma anche che cento minuti di film sono tanti per il materiale narrativo a disposizione, tant'è vero che Ferrara indugia frequentemente sulle esibizioni di una rock band (invisa al protagonista) con riprese (belle) da videoclip che però all'interno del film non significano nulla. Ferrara ha il doppio ruolo di regista e attore, mentre gli interpreti al suo fianco sono soltanto amici e comparse non professionisti; qualche momento splatter (lo squartamento di un coniglio morto, un ammazzamento con una trapanata in mezzo alla fronte), luci perennemente basse e azione spesso notturna che ricordano le atmosfere cupe (e artistoidi e newyorchesi) del Fuori orario che Scorsese girerà sei anni più tardi: un debito restituito? Difficile crederlo, ma certo è che Ferrara ha dato una buona impressione delle sue capacità fin da questo primo titolo, nonostante i citati (non pochi) limiti. 5/10.
NY. Reno è un pittore fallito, vessato dai debiti. Ha un'ossessione per i barboni che affollano le strade; una sera vede in tv la pubblicità di un trapano supereconomico e gli viene in mente una strana idea per ripulire la città.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta