Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Primo lungometraggio di un regista importantissimo. Abel Ferrara, autore riconosciuto non immediatamente ma col passare degli anni e con l'aver diretto capolavori come "Il cattivo tenente" e "The Addiction".
Questo è il suo primo film da regista e interprete principale, dopo una incursione nel mondo del porno il giovane Ferrara si dedica ad uno slasher-movie a tutti gli effetti.
Ad un primo impatto si sente in questa opera prima l'influenza del primo Scorsese, si avverte quell'aria da "Mean Streets" o da "Taxi Driver", film molto più importanti di questo sia chiaro.
Un Abel Ferrara che in ogni caso mette subito in chiaro quali sono i temi a lui cari e che comunque svilupperà decisamente meglio nelle opere successive.
In ogni caso, anche in "The Driller Killer" il rapporto con la fede, il marciume nascosto (ma non tanto) della "grande mela" , l'arte, la pittura, la follia, la musica...insomma tutto ciò che caratterizza il cinema di Ferrara in questa prima opera c'è già abbondantemente.
Abbiamo a che fare con un pittore, artista decisamente incompreso che vive nello squallore di una modestissima stanza dove è impossibile rilassarsi, impossibile dormire, impossibile trovare la pace per una giusta ispirazione artistica. Il trambusto dovuto ad una punk/band che suona con tutta la strumentazione nella stanza accanto a quella del pittore non fa altro che contribuire ad uno stress eccessivo, ed ad una vera e propria esplosione di nervi.
Con il pittore vivono due ragazze, una particolarmente bella e che fa una certa "presa" sul protagonista.
Il pittore dipinge quella che potremo chiamare senza problemi la sua ossessione, un bufalo.
Un bufalo inferocito, con un occhio maligno che sembra voler comunicare qualcosa di veramente sinistro al suo creatore.
Le voci, le maledette voci che avvertono gli schizofrenici si fanno ben presto sentire, quei volti dipinti inizieranno a interagire col proprio creatore, portandolo ad una lenta ma progressiva follia.
Contemporaneamente a tutto questo, la band che suona a tutte le ore del giorno con distorsioni di chitarra a volumi esagerati.
Un "critico" boccia clamorosamente i lavori del pittore privandolo della paga e lanciandoli vagonate di offese.
La bellissima ragazza esausta da tutto e da tutti se ne va via per condurre una più regolata vita con un altro uomo.
Di conseguenza alla follia si unisce la rabbia, follia e rabbia...due ingredienti che faranno ben presto del protagonista un pericolosissimo assassino.
Il pittore una volta toccato il "Punto di non ritorno" si arma di trapano, sfoga la sua rabbia verso gente che vive per strada, barboni, passanti, chiunque...il trapano del killer non fa distinzioni. Una vera e propria strage.
Un film che ben presto è diventato di culto per gli amanti dell'horror e sopratutto dello slasher-movie. Nel suo essere visibilmente di serie B, nel suo essere gore tanto quanto basta per uno slasher-movie. Un film che si è creato i suoi estimatori.
Credo però che bisogna ricordarsi sempre chi è l'autore di questa opera. Abel Ferrara.
Abel Ferrara non è di certo un regista da "Serie B", Ferrara è un autore che ha sempre fatto opere estremamente profonde di significati, e in "The Driller Killer" non c'è solo sangue, c'è molta profondità, c'è molto da riflettere.
Pensiamo solo all'inizio del film, ci troviamo subito dentro la chiesa, c'è questo pittore che si inginocchia davanti a Dio, non prega, osserva gli altri pregare, gli guarda in modo strano come a non riuscire a capire cosa stanno facendo, capisce immediatamente di trovarsi in un posto non adatto a lui, e quindi si mette fuga...si mette in fuga furori dalla chiesa, si mette in fuga nella sua città, in fuga nel suo inferno.
Il sesso con due donne, il fumo, la droga e quell'occhio di bufalo che guarda, osserva, scruta ogni azioni del suo creatore.
Il bufalo molto probabilmente può stare a rappresentare quell'essere forte, incorruttibile, che non soffre la sporcizia di un determinato posto, quindi tutto ciò che il suo creatore non è.
Il pittore infatti è debole, pazzo, stanco, allucinato dal fumo e dalla droga, non ha assolutamente niente del bufalo.
Tutto quello che ha sono le mani e il talento per dipingere quello che non è...e da li speccharsi.
Purtroppo però quella creazione non porta buoni propositi al protagonista e tutto quindi crollerà in un mare di sangue.
Abel Ferrara firma così il suo primo lungometraggio, affronta essenzialmente il tema della follia. Una follia che si presenta nella monotonia, nel rumore e nell'arte.
Opera profondamente pessimista come un pò tutte le opere di Ferrara che va visto assolutamente a parer mio.
Le scene gore non sono importanti, sono ben fatte per essere un film fatto praticamente con due spiccioli, ma ciò che conta e che deve essere apprezzato è il contenuto della pellicola.
Non credo ci siano attori professionisti in questo primo film. Girato con vermente due centesimi bucati, c'è stato anche un lungo stop durante la lavorazione perchè erano finiti i soldi e si dovevano trovarne altri per ultimare il lavoro.
Nonostante questo, le scene che richiedevano magari maggior trucco ed effetti sono ben fatte.
La regia di Ferrara è ancora un pò acerba, un pò rozza se vogliamo dirla tutta ma che migliorerà in maniera significativa già dalla seconda grande opera "L'angelo della vendetta".
Ambientazione molto Scorsesiana, come ho già detto si respira molto un'aria alla Taxi Driver, d'altra parte il capolavoro di Scorsese era uscito pochi anni prima ed è anche normale che per un giovane cineasta c'era tutto da imparare da quel grande film che è Taxi Driver.
In ogni caso, la prima opera di Ferrara per quanto mi riguarda è assolutamente promossa, un piccolo cult movie che deve essere recuperato e non deve essere visto con un normale B-Movie da intrattenimento, ma come un film di un regista che si è affermanto nel corso degli anni attraverso la potenza delle opere da lui dirette.
VinnySparrow
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