Regia di Renny Harlin vedi scheda film
Bizzarra sciocchezza apocalittica, che lavora sul senso di colpa dell’uomo bianco e sulla Colpa del ‘900, il nazismo («Oggi Dio non è qui, prete!» è la frase che ossessiona i ricordi e il presente del protagonista Stellan Skarsgård, ex prete divenuto archeologo), e che intravede nella carne e nel sesso una satanica tentazione. Tutti elementi che dovevano piacere a Paul Schrader, che ha diretto il suo L’esorcista: La genesi, che però non è piaciuto al produttore James Robinson che l’ha buttato via e l’ha fatto rigirare da Renny Harlin, più in stile Mummia e con sufficiente gore da accontentare il pubblico adolescente. Il risultato è un pastiche non privo di fascino ma completamente esente da mistero, con molte scene al buio (circa l’80%), qualche corvo e sciacallo di troppo e un uso del montaggio delle attrazioni tanto insistito da risultare ridondante. L’elemento più suggestivo della storia finisce per essere, non tanto il segreto della chiesa disseppellita nel deserto o l’identificazione del posseduto di turno, quanto quella strage tra “consanguinei” (neri contro neri, inglesi contro inglesi) che pesa come una maledizione sul villaggio. Ma la domanda definitiva resta: si sentiva davvero il bisogno di un prequel del capolavoro di Friedkin che, per chi non lo ricorda, racchiudeva già nella prima sequenza un antefatto che vale ancora oggi cento di queste “genesi”?
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