Regia di Billy Ray vedi scheda film
1998: si scopre che Stephen Glass, giornalista di “The New Republic” (testata nota per l’attendibilità delle sue fonti), ha scritto decine di articoli citando fatti e persone totalmente inventati. Una storia incredibile ma vera, che era ancora possibile agli albori di Internet ma che oggi sarebbe inimmaginabile. Non c’è una vera morale della favola, non è una lezione di deontologia professionale: è solo la piccola storia ignobile di un bugiardo seriale, che mente per infantile protagonismo. Il paradosso è che la verità viene a galla a poco a poco, a partire da un caso su cui fa le pulci una rivista on line (segno dei tempi): quindi per buona parte del film si parteggia per Glass, che ha l’aria da innocente perseguitato (Hayden Christensen, con la sua faccia imberbe, lo rende benissimo) e con cui i colleghi solidarizzano quando il direttore comincia a sospettare di lui. Ma le piccole incongruenze si moltiplicano, diventano sempre più gravi, e la vicenda procede come una valanga che cresce man mano che avanza. Intraducibile il gioco di parole del titolo originale Shattered Glass, che alla lettera significa ‘vetro infranto’ ma che ovviamente allude al cognome del protagonista.
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