Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Sembrerebbe il solito film del ragazzetto ribelle che subisce vessazioni di ogni tipo ed alla fine si vendica. Lo è o perlomeno è anche questo però ha altre due indubbie qualità. La prima, sul lato estetico, è quella di proporre una regia abbastanza pulita ed asciutta sebbene per certi versi ingenua. Il regista non si sofferma su scene violente, racconta e lascia che siano gli attori a dominare la scena e questi lo fanno con buona capacità; tutti quanti. L'ingenuità più evidente, a mio avviso, consiste negli effetti sonori che anticipano le scene con troppa prevedibilità e questo aumenta di banalità una trama che già di suo ha pochi fattori sorpresa. La seconda qualità è decisamente il controllo. Normalmente il ribelle è uno che non sa controllarsi, che disobbedisce al sistema ogniqualvolta ne abbia occasione ma qui il messaggio è ben altro ed è che la violenza può essere utile ma va utilizzata con intelligenza. Eric sa quando tapparsi la bocca, sa quando subire un'umiliazione e quando sia il caso di soffrire in silenzio ma non rinuncia per questo alla sua vendetta. Più scene sembrano preannunciare un'immediata rivalsa ma lui sta in silenzio, soffre fisicamente o nel veder umiliate le persone che ama ma non muove un dito. Sceglierà lui il momento più opportuno, quello in cui il rischio per la sua incolumità è minimo. Saprà dominare il sistema e le persone, con strumenti diversi ma spesso facendo uso della forza fisica. E' questo il saggio insegnamento di questa pellicola che in ogni caso andrebbe comunque vista per la buona prova recitativa ed il ritmo e la tensione sempre a buon livello. Voto 7.
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