Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Niente di nuovo sotto il sole di Svezia, ma raccontato dal regista Håfström con buon senso della suspense e dello spettacolo. La storia del sadismo all'interno dei collegi privati l'abbiamo già vista cento volte, raccontata soprattutto in film inglesi ed americani. La novità è che sostanzialmente tutto il mondo è paese, nel senso che non ci si aspetterebbe di trovare una simile forma di soprusi (ma chi abbia visto film come "Fanny e Alexander" di Bergman era già sull'avviso) all'interno delle famiglie e delle istituzioni di un paese almeno apparentemente lontano dalla violenza come la Svezia. A parte qualche sequenza che fa ormai parte dello schema del genere, il film è ben gestito ed anche ben recitato, specialmente dai due giovani antagonisti, il "buono" (anche se un buono sui generis, lontano dai classici schemi della cinematografia tradizionale) Andreas Wilson e il cattivo dalla faccia d'angelo Gustaf Skarsgård (che, per la cronaca, s'ingoia una bella secchiata di merda). (5 marzo 2008)
Lo studente Erik Ponti, nella Svezia degli anni cinquanta, viene espulso da tutte le scuole (pubbliche) del regno. Vittima della violenza del patrigno in famiglia, Erik scarica la propria rabbia picchiando i compagni. La madre, supina alle angherie del secondo marito, si indebita per mandare Erik ad una prestigiosa scuola privata. Qui vigono delle regole ancestrali e assurdamente barbariche, vigilate da una commissione di studenti che ha il potere di espellere chi non vi si sottomette. Erik si scontra con il capetto degli studenti, per non sottostare alle regole imposte nel collegio e per difendere il compagno di stanza Pierre, studente geniale ed alieno dalla violenza.
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