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Camminando sull'acqua

Regia di Eytan Fox vedi scheda film

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La recensione su Camminando sull'acqua

di zombi
8 stelle

il film inizia mooolto bene e con mooolto bene intendo dire sex-exploitationamente mostrando quel pezzo di un figone di lior ashkenazi... vacca troia dove cazzo ti sei nascosto fin'ora. mandate in pensione quelle scoreggine bionde come brad pitt e datemi lior ashkenazi a colazione, a pranzo, a merenda e a cena... va bene adesso gli zuccheri mi sono tornati a livelli normali. chi ha visto e apprezzato YOSSI E JAGGER come me aspettava anche questo WALK ON WATER... pezzo di cazzo(se si dice pezzo di figa, si potrà dire pezzo di cazzo!!!) a parte. i servizi segreti israeliani sono alle calcagna di un vecchio porco nazista che fuggito nelle americhe del sud appena dopo la fine della guerra, ora se ne sono perse le tracce. la nipote pia(l'attrice è paurosamente somigliante alla super-mega-topomodel KRISTEN MACMENAMY solo più sciatta e bruttina) vive in un kibbuz, scappata letteralmente di casa e sta per venirla a trovare il fratello axel per cercare di convincerla a tornare per il compleanno del patriarca. il capo decide di affidare questo caso più rilassante e meno impegnativo proprio al figone che si chiama eyal e basta prometto che d'ora in avanti sarà eyal e basta. questo perchè di ritorno da una missione omicida trova la moglie a letto morta suicida. fingendosi una guida turistica assoldata dalla sorella paurosa di saperlo in giro da solo con un attentato kamikaze al giorno, eyal deve cercare di scoprire dove il vecchio porco nazista sia. eyal è giustamente sclerato. ma non vuole andare in analisi visto che la moglie c'è stata per tanto tempo e ha fatto la fine che ha fatto. lo scontro tra il tedesco e l'israeliano c'è fin da subito. il tedesco, gay, pacifista cerca di indottrinare eyal sulla pace e i diritti dei palestinesi. eyal fingendosi amico chiede ad axel cosa vuol dire per lui essere tedesco e se ha mai fatto, o pensato di fare , i conti con un passato come quello della germania. si percepisce e quasi si tocca un malessere che grava sui protagonisti. l'olocausto, il nazismo sono materiali tutt'ora molto scottanti e attuali. e i protagonisti nonostante siano figli o nipoti di aguzzini e prigionieri, sentono inconsciamente questo fardello. e lo sentiamo anche noi quando ci troviamo nella villa a berlino del padre industriale di axel. come catapultati in un festino iniziatico di gerarchi, il fastidio epidermico all'apparire del vecchio porco e soprattutto degli occhi lucidi della prugna secca di sua madre e di suo padre, hanno fatto veramente rabbrividire. è una lotta personale questa, di eyal(anche se non lo vuole ammettere) e del suo capo, arrivato anche lui a berlino. il vecchio porco nazista deve morire, e anche se forse è peggiore l'agonia della vecchiaia, intubato e inflebato, la signora mantata di nero arriverà precocemente. fare i conti con i propri fantasmi è catartico e alleggeriti di fardelli così ingombranti, magari si può camminare sull'acqua anche se solo in sogno, come si vocifera fece qualcuno tanti anni fa. un film importante, si sente il peso, e soprattutto una frase mi ha colpito, mi è piaciuta e ne condivido il senso... quando a berlino nella metro quattro amici travestiti di axel vengono aggrediti dagli skin. eyal interviene e li disperde con l'ausilio di una pistola. axel lo guarda negli occhi e gli dice: "peccato che non gli hai sparato... certa feccia non ha diritto di esistere".

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