Regia di Kerry Conran vedi scheda film
Nel processo di smaterializzazione dei corpi nel cinema hollywoodiano, l’ultima frontiera è questo film, tutto girato con attori ma senza un vero set: tutte le ambientazioni e le scenografie sono state aggiunte dopo al computer. Quasi a compensare l’impressionante innovazione tecnologica, la vicenda e l’iconografia sono assolutamente rétro. La trama vede il Captain Sky del titolo (Law) battersi contro un’invasione di colossali robot telecomandati dal professor Totenkopf (che appare in ologramma: provate a riconoscere l’attore...). Siamo alle soglie della Seconda guerra mondiale, e l’eroe viene aiutato dall’amante Polly (Paltrow), reporter impicciona. Il divertimento è molto parziale, perché il film esibisce una troppo perfetta consapevolezza di tutte le chiavi di lettura, dal potenziale metaforico (i grattacieli di New York violati da aerei minacciosi) al cumulo di citazioni (Orizzonte perduto, King Kong, Il mago di Oz, e soprattutto i fumetti alla Buck Rogers). Manca insomma l’ingenuità, anche se lo spettacolo, a singole sequenze, è godibile. Gli attori tra l’altro sembrano finti come il resto, compresa la supercattiva Angelina Jolie. Curiosità: il regista è di Flint, la città (post)industriale che ha dato i natali anche a Michael Moore.
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