Regia di Boris Barnet vedi scheda film
Opera ideologica tipica degli anni successivi alla rivoluzione Russa propugnatrice di istituzioni simbolo del post zarismo quali i Soviet (l'esservi nominato è motivo di blasone per l'intera famiglia, per il circondario e perfino per la figura padronale) e il Sindacato la cui adesione è il trampolino per un riscatto sociale fondato sulla dignità lavorativa (e ovviamente la non adesione è stata sinora condizione primaria per una facile collocazione lavorativa come domestici). L'intento didascalico è perseguito attraverso la quotidianità di una ingenua ragazza di campagna in cerca di realizzazione nella grande città vittima di una famiglia piccolo borghese rimasta ancorata a una filosofia padronale tipica del passato. Contrapposizione sociale che culmina simbolicamente in una sgangherata rappresentazione teatrale della presa della Bastiglia grazie alla quale la domestica improvvisamente calatasi appieno nella "finzione" ha modo di sopraffare il padrone reale nelle sue vesti di interprete di un generale francese. Da un punto di vista stilistico l'opera si discosta forse da un certo rigore di tale filone mostrando un sorprendente spirito farsesco grottesco in varie sequenze a partire dal caotico modus vivendi del condominio, per proseguire con semplici sequenze quali il tendere dei panni nel cortile e culminare appunto nella surreale e scalcagnata recita popolana cui seguono una serie di buffi equivoci. In una frase: "se ne può fare a meno ma non se ne rimarrebbe delusi".
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