Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Il fatto più misterioso di questo film è come sia possibile che un così luminoso gioiello sia stato così poco apprezzato da pubblico e critica in America. Perché senza dubbio "The Village" segna il ritorno ai massimi livelli, dopo il velleitario "Signs", del talentuoso giovane regista di origine indiana M.Night Shyalaman, vero erede di Hitchcock. Il gotico villaggio del titolo è quello di una comunità simil Amish di fine ‘800, che vive completamente isolata dal mondo esterno, sotto la guida di un comitato di saggi anziani. Al suo interno è bandita ogni violenza e la "tranquillità" è garantita da un patto stipulato con… le minacciose e mostruose creature "che non si posson nominare" del bosco circostante. Purtroppo, all’improvviso, la situazione precipita e gli abitanti del villaggio sembrano non avere più scampo… ed è bene non dire niente di più… M.Night Shyalaman ha ricostruito perfettamente e in ogni minimo dettaglio il "Suo" incantato villaggio rurale. Ha curato in egual misura la fotografia, veramente bella, i costumi, la messa in scena (tutte quelle inquadrature con gli attori di spalle), scegliendo un cast di grande qualità, dove tutti hanno la giusta convinzione e credibilità. Il racconto è scandito in modo classico, lentamente. I colpi di scena, cifra stilistica del regista, sono abilmente disseminati e fanno capolino, come nei film precedenti, specie nella parte finale, perfidamente accompagnati da effetti sonori che non possono non far saltare dalla poltrona più di uno spettatore. Se già si fosse fermato qui, avrebbe fatto una gran cosa, ma Shyalaman ha fatto di più. Perché dietro questa storia di notevole suspence, dai tocchi a tratti quasi horror (le apparizioni da brividi delle creature del bosco), che incontra felicemente il lato fiabesco dei fratelli Grimm con quello letterario di "Cime tempestose", è esplicita la metafora della descrizione di un paese, l’America, che dopo l’11 Settembre ha perso definitivamente, non senza colpe, la propria innocenza, ed è costretto a convivere quotidianamente con la paura e con il dolore. Un paese che è stanco del livello imperante di violenza, ma che finisce per alimentarlo, che non sa più che strada prendere per ritrovare la pace, se non attraverso il "rifiuto" di un "mondo altro", visto spesso (a volte non senza ragione) come una terribile minaccia da cui difendersi ad ogni costo. "The Village" è quindi molto, molto di più di un puro e semplice meccanismo di tensione, è un racconto morale, intriso di un valore politico assolutamente inusuale all’interno, e non solo, di un film di genere. Ed ancora è anche, e per fortuna, uno splendido film sull’Amore. Quell’Amore con la A maiuscola che riesce ad essere più forte di ogni paura. Come dimostra l’emozionante scena in cui J.Phoenix tende in tempo la mano alla sua dolce amata, sottraendola dall’agguato di una delle creature. Quell’Amore puro e vero, che spinge alla fine Bryce Dallas Howard (incantevole nella parte della giovane dolce e forte ragazza cieca) fuori dai confini del villaggio, pur di salvare il suo amore. Quell’Amore che può dunque avere una vera forza salvifica. M.Night Shyalaman svelandoci il suo nuovo affascinante incubo ce lo dice a chiare lettere: ogni giorno, sempre di più, bisogna credere nell’Amore. VOTO 8,5
Una scelta felice, ha la faccia giusta, molto bravo.
Una vera, luminosa, rivelazione. Ne risentiremo parlare.
Semplicemente la sua miglior regia.
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