Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Il solito scienziato pazzo ha messo a punto una sostanza capace di annullare la volontà umana; l'agente Superdrago viene mandato in missione ad Amsterdam, per sgominare il piano malefico.
Calvin J. Padget, alias Giorgio Ferroni, negli ultimi anni della sua quarantennale carriera registica si dedicò principalmente a spaghetti western e peplum; un'eccezione è però rappresentata da questa spy story estremamente banale ambientata ad Amsterdam, girata in evidente penuria di mezzi. Con un cast di serie B (Ray Danton, Margaret Lee, Jess Hahn, Marisa Danton, Jacques Herlin sono i nomi principali) e pochissime idee a disposizione, Ferroni/Padget tenta di mettere in piedi un prodottino fatto di azione, avventura, tensione con obbligato lieto fine per il grande pubblico; invece gli riesce solamente di imbastire malaccio l'azione, di non avere un copione sufficientemente movimentato e di lasciar cadere in una confezione goffa e claudicante ogni traccia di tensione. La sceneggiatura (da un soggetto di Padget) è dello stesso regista più Roberto Amoroso, Remigio Del Grosso, Mike Mitchell e Bill Coleman: dieci mani per una simile operina striminzita sembrano seriamente eccessive; anche la co-produzione internazionale alle spalle del lavoro - fra Italia, Francia e Germania Ovest - pare esagerata a fronte della scarsa qualità del risultato finale. Non è probabilmente un caso, quindi, che New York chiama Superdrago sia rimasta l'unica incursione di Ferroni nel genere spionaggio. 2/10.
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