Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Godard all'ennesima potenza: a sessant'anni il regista francese si diverte ancora parecchio a provocare, confondere, battere nuove o comunque impervie strade della comunicazione cinematografica e della forma filmica. C'è tutto ciò che di lui si sa (e si teme), in questo Allemagne: titolazione invadente, rimandi metacinematografici (citazioni esplicite, con brani di altri autori, e pure richiami a sè stesso, come la scelta di affidare il ruolo del protagonista al medesimo attore che interpretò 25 anni prima l'agente Lemmy Caution in un suo film, ovvero Eddie Constantine), dialoghi pregni di sostanza (storia e filosofia in questo caso prevalgono, ma si parla anche di economia, politica, sociologia...) ed infine un evidente omaggio al Rossellini di Germania anno zero. Il titolo - trovata ad effetto sicuro - sfrutta il gioco di parole fra neuf/nuovo e neuf/nove: si può leggere così come un 'Germania nuovo zero', cioè una nazione in cui tutto ricomincia da capo (come appunto in quella rosselliniana del secondo dopoguerra) oppure come un 'Germania nove zero', cioè l'anno in cui il film è stato girato, ma anche quello della rinascita di una nazione finalmente ritornata unita, dopo il crollo del muro. Come i più noti film di Godard degli anni '60, anche in questo lavoro la sostanza narrativa viene sommersa dal parlato della voce fuori campo e dai dialoghi fra i personaggi; per quanto l'autore rimanga sempre piuttosto criptico (la didascalia 'La solitudine del tempo' si alterna con 'Il tempo della solitudine', per esempio, senza fornire ulteriori spiegazioni), pare di capire che i suoi intenti fossero quelli di una critica alle radici dell'occidente, in cui 'lo stato vuole la solitudine e la gente vuole stare insieme', in cui le superpotenze dominano il quadro politico ed in cui, infine, il denaro comanda su tutto e tutti e non ammette altro padrone (dio) all'infuori di sè. 6,5/10.
Ex spia durante la seconda guerra mondiale, Lemmy Caution dall'est della Germania si muove verso ovest insieme alla marea di gente 'liberata' dal crollo del muro di Berlino. Sulla sua strada ha modo di riflettere sulla solitudine dell'uomo occidentale.
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