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Figli di un dio minore

Regia di Randa Haines vedi scheda film

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La recensione su Figli di un dio minore

di maso
10 stelle

Non lo avevo mai visto fino ad oggi pomeriggio ed ho colto la palla al balzo senza esitare ma sentivo che mi sarebbe piaciuto da matti e così è stato.

Hanno fatto bene a mettere su pellicola questa piece teatrale e poichè la fortuna aiuta gli audaci hanno trovato in William Hurt e Marlee Matlin due attori meravigliosi, affiatati e soprattutto innamorati.

Il fulcro del film è tutto nella loro bellissima storia, la regia e lo script li servono a dovere ed il cast di contorno composto da tanti audio-disabili arricchisce la trama di altri spunti interessanti sempre concentrati sulla difficoltà di vivere nel silenzio forzato in un mondo pieno di rumori e suoni.

Il professor Leeds, personificato da William Hurt, non cerca la gloria, ama sinceramente il suo lavoro ed è convinto che i suoi metodi inconsueti possano giovare soprattutto nel morale di tanti ragazzi chiusi nel silenzio che si trova ad educare nella scuola per non udenti in cui è l'ultimo arrivato dei docenti, li stimola con ogni mezzo :- se fate la verticale e vi fanno una domanda dovrete per forza usare la parola -: i risultati non tardano ad arrivare ed uno dei ragazzi gli dice :- lei non è un testa di cazzo ... è proprio un coglione -: e lui sorridendo :- pronuncia perfetta -: ma la sua professionalità verrà messa al servizio dei sentimenti che sbocciano spontanei nei confronti di una ragazza speciale che vive nell'istituto fin da piccola ed ha sofferto l'abbandono dei genitori spaventati dal suo handicap.

Sarah è una ragazza affascinante dal carattere fortissimo che si abruttisce limitandosi a fare le pulizie nell'istituto con il consenso del preside che conoscendo le sofferenze subite da piccola non vuole rischiare di farla chiudere ancor più in se stessa, ma Leeds ne rimane subito ammaliato, la ragazza è molto bella ed il coraggioso professore la tratta come fosse normale, vuole farla uscire dal silenzio e vivere con lei semplicemente perchè la ama e con molti sforzi riuscirà nell'impresa in una scena che mi ha fatto venire i brividi :-Tu puoi leggere il labbiale, tu puoi parlare -: le urla e finalmente lei con una pronuncia sforzata dalla rabbia :- io non voglio parlare-: la ragazza si inserirà nel mondo e come le dice Leeds :- tu non sei come le altre ...tu hai me -:

Non pensate che questo film sia melenso o lacrimogeno, è un film intenso, solido senza un minimo di autocompiacimento con una Marlee Matlin che cattura l'attenzione dello spettatore con il suo sguardo intenso ed una disinvoltura che non è passata inosservata neanche alla notte degli Oscar che la vedranno trionfatrice al primo film a soli 21 anni di età e badate bene Marlee ci sente al 20% da un solo orecchio e questo è un altro record: non ci sono altri audio-disabili vincitori di questo premio all'infuori di lei, ma se credete che sia stato un atto di compassione fate un torto a lei e gli altri che hanno messo il cuore in questo film, questa ragazza crina lo schermo ed è anche molto bella.

Un applauso potente come un tuono per tutti.

 

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