Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
A Carrara, il conte Guido Canali (Amedeo Nazzari) dirige una cava di marmo sotto gli auspici della vecchia madre (Rosay). Quest'ultima, scoperta la tresca del figlio con Luisa (Yvonne Sanson), una donna di umili origini, farà di tutto per separare i due. Prima spedirà Guido a Londra con una scusa e quindi farà sottrarre dall'amministratore Anselmo (Folco Lulli) il figlio che Luisa ha avuto da Guido durante la sua assenza. La donna, per disperazione, prenderà i voti. Guido, credendo che Luisa sia morta, si sposato con un'altra donna: scoprirà il torbido retroscena soltanto quando Bruno, il figlio ormai dodicenne - scappato dal collegio nel quale a propria insaputa è stato mantenuto per anni dalla nonna contrita - si metterà sulle tracce del genitore. Finale tragico e coraggioso che non fa nulla per compiacere le attese del pubblico. Melodramma di intensa forza narrativa e pietra miliare del neorealismo popolare, sceneggiato da Aldo De Benedetti dall'opera di Rindi e Salvoni ed interpretato dagli stessi attori che avevano garantito il successo di Catene. Con un precedente del 1920 (diretto da Ubaldo Maria Del Colle) ed un seguito (L'angelo bianco).
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