Regia di Michel Gondry vedi scheda film
. Il titolo originale è "Eternal Sunshine", traducibile come "Eterno splendore" o più disinvoltamente come "Imperdibile (nel senso che bisogna evitare che vada perso) bene prezioso (che tu hai)" . .
Ci sono, lo sappiamo bene, delle storie che non funzionano. Può essere lei che ti tradisce, puoi essere tu che non l'ami più. E può risultare difficile accettare che la persona amata ami un altro, e magari continuare a vederla, andare apposta in quel luogo a controllare… e moltiplicare la propria sofferenza. Una cosa inaccettabile, insopportabile.
Ebbene, in questo film c'è una specifica organizzazione in grado di fornire a chi lo richiede un servizio di completa "cancellazione dalla memoria" di ogni ricordo della persona fonte delle sue sofferenze.
Vediamo nascere una storia, seguiamo il suo deteriorarsi, vediamo il nostro "sofferente" richiedere il servizio, raccontare in dettaglio ricordi ed esperienze vissute insieme, fornire fotografie, oggetti, anche qualche indumento.
Poi vediamo arrivare a casa sua i due tecnici, che lo fanno sdraiare, gli applicano sulla testa il macchinario, sistemano i monitor di controllo e avviano la procedura.
Una sceneggiatura perfetta nei tempi e nelle alternanze ci mostra che cosa succede nella mente del paziente. A mano a mano che i ricordi svaniscono si rende conto di perdere qualcosa di prezioso, vorrebbe chiedere di interrompere l'operazione, ma non può. Allora cerca di scappare, di nascondersi dentro ricordi che forse non aveva rivelato, di saltare dall'uno all'altro, di introdurne di più antichi, di abbinarli, di confonderli e…
…e non importa come va a finire, perché a questo punto o hai capito quel che c'è da capire, o comunque vada ti va bene. E quel che c'è da capire è per ciascuno diverso nel dettaglio e uguale nella sostanza.
Lui difende i suoi ricordi correndo con lei lungo la staccionata verde che a mano a mano svanisce al ritmo della loro corsa, li difende concedendosi un intenso scambio di sguardi mentre la casa si sgretola come nelle fiabe, li difende cercando un nuovo svolgimento dell'incontro sulla spiaggia mentre il macchinario gli porta via anche quello.
Io non ho staccionate verdi che svaniscono o case che si sgretolano. Però ho quel piluccare, parcheggiati in mezzo alla neve, formaggio e salsine fatte da lei insieme al resto del Veuve Clicquot avanzato dalla nottata, sì proprio quella nottata, passata insieme fino all'ora di lasciare libera la stanza. Non so se tu hai una nuotata al largo fino all'isoletta con due metri di piano dove rotolarsi insieme, o se tu invece hai un'incosciente guidata a 80 all'ora su una stretta stradina di montagna con lui che ride come un matto, e ha il suo perché, e i due amici dietro che gridano terrorizzati.
Non importa quali ricordi preziosi hai, importa che ne hai, di sicuro ne hai, e non puoi essere così matto da lasciarteli portare via senza difenderli. Perché il rischio c'è anche se non ci sono macchinari che ci infilano in testa. C'è semplicemente, - normale, banale, ineluttabile, - il lento scorrere del presente, simmetrico al lento svanire del passato, proprio come lo svanire della staccionata verde del film.
Guarda pure anche il resto del film, la storia di lui e lei da qualche parte dovrà pur andare, e anche le storie di altri troveranno conclusioni non banali. Ma non distrarti dal compito principale: non lasciarti portar via i tuoi ricordi più preziosi. Ce li hai. Difendili.
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