Regia di Alex Proyas vedi scheda film
In un futuro non troppo lontano, i robot sono diventati dei compagni di vita per gli esseri umani, pronti ad obbedire e mai a contraddire. Il merito è del dottor Lanning (Cromwell), scienziato fondatore della U.S. Robots, azienda che segue tutte le fasi del processo, dalla creazione fino al post assegnazione e manutenzione.
Un giorno però viene trovato assassinato nel suo ufficio; ad indagare viene chiamato il detective Spooler (Will Smith), affiancato dalla dottoressa Calvin (Bridget Moynahan), esperta di intelligenze artificiali, che confida nella scienza al contrario del poliziotto, diffidente verso i pezzi di ferro.
Tratto da una serie di racconti di Isaac Asimov, “Io, Robot” è un action di tutto rispetto , sostenuto da strabilianti effetti speciali ( ci sono dietro Jones e Lettieri, 6 oscar in due - ? “Avatar” e “Il libro della Giungla” tanto per citarne due) e da un protagonista spavaldo con in bocca sempre la battuta giusta.
Interessante la riflessione sul libero arbitrio dei robot ( le tre leggi della robotica), se un pezzo di latta può sviluppare una coscienza e sentimenti che portano a scavallare il binario imposto dall’uomo, e quanto questo li renda simili a noi; avere uno scopo , ecco cosa serve ad entrambi per dare un senso alla propria vita.
Un utopia che diviene distopia con il passare dei minuti, in un processo “thrilling” avvincente quanto semplice, dove al di là della buona prova di Smith, è il robot Sonny a brillare, ben oltre il protagonista umano: un moderno antieroe capace di far vibrare il cuore, consapevole e triste, chissà se un nuovo messia…
Dunque nell’epilogo si scade un po’ fra voli e scazzottate tra robot ed umani, ma d’altronde lo spettacolo ed il botteghino vogliono la loro parte, pazienza, il meglio è fatto.
Merita una visione, anche due
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