Regia di Fatih Akin vedi scheda film
Un buon melodramma con interpreti azzeccati, una regia sapiente (anche se per nulla originale) che infonde vigore ad un copione un po' prevedibile. Film "sessuofilo", verrebbe da dire, per come rappresenta il sesso, ossia un'arma di riscatto sociale e un simbolo di trasgressione dalla religione e dalle false convenzioni. Sicuramente quest'aspetto è il limite più grande del film, perchè induce Akin a trattare in maniera fin troppo superficiale, ammiccante e, paradossalmente, convenzionale il tema cardine dell'opera, cioè il conflitto fra un tradizionalismo spiritualista e un progressismo materialista. Conflitto del tutto sbilanciato sulla seconda forza e risolto nel modo più manicheo possibile. Questo ottuso rifiuto da parte degli autori di prendere di petto gli aspetti più problematici della questione, magari proponendo un percorso psicologico "in evoluzione" per i vari personaggi, per le loro idee, per la loro morale, è comunque in buona parte riscattato dalla capacità di Akin di comunicare vitalismo, sensualità, euforia, ma anche dolore e disperazione, riprendendo Amburgo e Istanbul by-night con grande suggestione, tenendo sempre desta l'attenzione dello spettatore e generando un'opera difficile da dimenticare.
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