Regia di Fatih Akin vedi scheda film
È un film molto riuscito, soprattutto grazie a due elementi: la critica che il regista sa fare sulla comunità turca che vive in Germania, sul suo assurdo tradizionalismo, condito da un'incredibile dose d'ipocrisia (illuminante la scena della partita a carte con il cognato e gli altri amici turchi), nonché, secondo elemento, la bravura degli interpreti, prima fra tutti la Sibel Kekilli venuta dal cinema porno, anche se Birol Unel e Güven Kiraç (che recita nella parte dell'amico finto zio) non sono davvero da meno. È molto struggente anche il finale del film ambientato in Turchia.
Battuta del film: «Il matrimonio è come un giro sulla giostra; giri, giri, e quando scendi ti accorgi che sei sempre al solito posto... e in più i cavalli sono di legno» (Seref).
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