Regia di Shainee Gabel vedi scheda film
E’ questa la strada del rinnovamento che ha preso
Il cinema americano indipendente? Spero di no,
perche’ francamente sarebbe quella sbagliata.
Deludente, lento e poco coinvolgente, tedioso
nella sua ricerca ossessiva di voler essere
a tutti i costi autoriale, "Una canzone per Bobby
Long" stenta a decollare e zoppica ancor piu'
del protagonista sin dall'inizio. Il problema e' che
successivamente le cose vanno ancora peggio,
perche' finisce per scivolare in un sentimentalismo
smaccato e di maniera, senza riuscire a trovare
neanche un'idea valida per la sua chiusura.
Il film narra la storia della giovane adolescente Pursy,
che dopo la morte della madre, decide di trasferirsi
a New Orleans nella casa dove sua madre aveva vissuto.
Scoprira’ che e’ pero’ abitata da due uomini alcolizzati,
con i quali sara’ costretta ad iniziare una forzata e
stravagante convivenza, destinata a cambiare la loro vita.
Travolta, capelli bianchi, inbolsito e ciondolante,
nei panni dell'alcolizzato ex professore universitario
Bobby Long, ce la mette tutta, forse a volte anche
troppo, sorpresona …si mette anche a ballare..., e ai
suoi fan la sua interpretazione piacera' sicuramente.
Scarlett Johanson, sempre un piacere verderla, nel ruolo
della giovane Pursy si conferma una delle giovani attrici
americane piu' promettenti, non fosse altro che per il suo
intrigante sguardo.Ma le loro prove a nulla servono, se
non per aumentare il rammarico che questo piccolo film,
sia una vera occasione mancata.
No,proprio non ci siamo!
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