Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Il boss newyorchese di origini italiane Corso (Cyril Cusack) ordina a due sicari (Henry Silva e Woody Strode) di recarsi a Milano e uccidere il pappone Luca Canali (Mario Adorf), colpevole di aver fatti suoi i soldi di un traffico di droga, invece sottratti dal capo della locale organizzazione Tressoldi (Adolfo Celi): ma tutti hanno sottovalutato l'eventuale reazione dell'uomo, toccato duramente negli affetti familiari...
'La mala ordina' è il secondo capitolo della Trilogia del milieu (ambiente), diretta da Fernando Di Leo ad inizio degli anni '70, seguìto poi dal conclusivo 'Il boss': il regista pugliese parte ancora una volta da un racconto di Scerbanenco, curiosamente intitolato, come il precedente film, 'Milano calibro 9' e riscrive i crismi del genere gangster-noir nonché revenge movie, declinato in un contesto italiano; lo sfondo è ancora Milano ma se nel precedente la città era ritratta in modo grigio e nebbioso qui il direttore della fotografia Franco Villa adotta in prevalenza colori molto vivi e luminosi e la trama, che ruota ancora attorno alla sparizione di denaro, è sempre concentrata sulle azioni turpi di individui senza scrupoli, che, messi alle strette, non hanno nulla da perdere e reagiscono con dosi esorbitanti di violenza.
Ritmo incontenibile per tutti i 90 minuti, dialoghi scarni e attori dai volti funzionali al plot, come i due killer spietati interpretati da Henry Silva e Woody Strode, il criminale Tressoldi di Adolfo Celi, che presta ancora il suo ghigno particolare a un cattivo a tutto tondo, un paio di bei volti femminili in parti secondarie come Luciana Paluzzi e Femi Benussi, la statuaria Francesca Romana Coluzzi nel ruolo della contestatrice e, in una particina, anche un giovanissimo Renato Zero, che si nota in due o tre brevi inquadrature e, soprattutto un gigantesco Mario Adorf che, assurto a protagonista assoluto, disegna un delinquente di piccolo cabotaggio che, dopo essere stato toccato negli affetti più cari, si trasforma in una 'macchina' vendicativa incontenibile.
Se la resa dei conti finale nel deposito di macchine da demolire è memorabile la scena dell'inseguimento - prima in macchina, poi a piedi, poi ancora con un mezzo inseguito a piedi e, infine, in un luna park con scazzottata - è senza alcun dubbio tra le migliori mai girate in assoluto: della durata di sette minuti, alterna primissimi piani e soggettive dell'inseguitore a campi medi e medio-lunghi, qualche tocco di humour, movimenti rapidissimi della mdp, camera a mano e un montaggio parossistico. Da mostrare nelle scuole di cinema di tutto il mondo!
Voto: 8.
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