Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Seguito del magnifico Milano Calibro 9, questo secondo capitolo della Trilogia del Milieu fatica a reggere il confronto col suo predecessore. Il film senz'altro giova della grande interpretazione del sottovalutato Mario Adorf, protagonista di un bellissimo inseguimento sfrenato dove asciugandosi le lacrime si gioca il tutto per tutto pur di acciuffare l'assassino di moglie e figlia (questo ricorda il futuro Distretto 13 di Carpenter), ma al tempo stesso viene reso macchiettistico dalla presenza di due sicari americani che sono semplicemente statuari e fuori posto. Che abbiano ispirato Tarantino per Vincent Vega e Jules Winnfield non cambia assolutamente la situazione. A eccezione del famoso inseguimento e della spirale finale di violenza il film appare più inibito e impacciato, il sensuale ballo della Bouchet del primo film viene qui riproposto in mogie inquadrature inclinate un po' a destra e un po' a sinistra di una ragazza che balla senza alcuna spinta erotica. Anche la scena in cui un'altra ragazza viene malmenata è qui riproposta con un pudore che fa quasi tenerezza, l'apice dell'efferatezza compiuta da questi mafiosi consiste nel pizzicare leggermente il seno della vittima, quasi a farle il solletico. Purtroppo in un film che dovrebbe mettere in scena un contesto criminale plausibile queste blandezze sceniche non pagano, come l'accento posto sulla cruda supremazia degli uomini sulle donne rimane in secono piano. Questo film rimane come gli altri di Di Leo un poliziottesco anomalo, non facilmente accostabile ad altri del filone, e senz'altro ha dalla sua una visione meno schematica ma più ragionata e sensibile di cosa significhi vivere a contatto con certe realtà ai limiti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta